/ Il tartufo: un business da dilettanti

Tartufo bianco, tartufo nero, tartufo moscato, tartufo nero estivo e chi più ne ha più ne metta. Ne esistono di svariate tipologie, più o meno buone. C’è da dire che il sapore del tartufo non a tutti piace. Ma è altrettanto vero che coloro che apprezzano il tuber micheli sono disposti a pagare ingenti somme per poterlo assaporare. E’ quindi naturale che attorno a questo frutto spontaneo sia proliferata nel tempo una economia tanto rigogliosa quanto molto spesso sommersa. Tutti gli anni scatta un’agguerritissima gara tra migliaia di raccoglitori dilettanti che si fronteggiano tra boschi di querce e pioppi, accompagnati da cani perfettamente addestrati oppure, nella versione top, da affamati maialini.

Si sviluppa un mercato interessante economicamente e in maniera quasi automatica e consequenziale si accende l’interesse e l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, finalizzata a fare emergere tutto l’imponibile fiscale rimasto nelle tasche dei più o meno anonimi raccoglitori dilettanti/occasionali.

Già da anni questa attenzione si è concretizzata in un sistema di auto-fatturazione da parte degli acquirenti (ristoranti, commercianti di prodotti alimentari etc.). Questo sistema è risultato però in contrasto con la normativa europea in materia di Iva.

Lo Stato italiano è quindi prontamente intervenuto per salvaguardare e rafforzare l’attenzione verso questo interessante mondo, modificando la normativa con effetti dal 1 Gennaio 2017.

Da tale data, infatti, gli operatori economici (ristornanti etc.) che acquisteranno tartufi di qualsiasi genere da raccoglitori occasionali (quindi senza Partita Iva) dovranno operare una ritenuta a titolo d’imposta del 23% da calcolarsi sul 78% del compenso lordo, ritenuta che poi verrà versata allo Stato entro il giorno 16 del mese successivo alla data del pagamento utilizzando il codice tributo 1040.

Un ulteriore intervento normativo va a modificare l’aliquota Iva applicabile alla cessione del tartufo che passa dal 22% al 10% con decorrenza 1 Gennaio 2017.

Da ultimo segnalo che l’alta percentuale di acqua contenuta nei tartufi e la presenza di molecole non digeribili dall’essere umano fanno si che il valore nutrizionale del tartufo non sia molto elevato e quindi è utilizzabile senza controindicazioni per ogni fascia d’età o peso.

Buon tartufo a tutti!!!

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